Zerotech Dobby
- Prezzo
- Manovrabilità
- Durevolezza
- Camera
- Batteria
Riassunto
Perché comprare Dobby?
Posso tenerlo comodamente in tasca, nel cruscotto dell’automobile o nel bauletto dello scooter, ed in pochissimi secondi essere in volo per fare foto e filmati, accontentandomi del risultato.
È un prodotto capace di superare egregiamente le aspettative dell’utilizzatore profano, ma non dell’esperto esigente.
User Review
( votes)Premessa
La miniaturizzazione di questi sistemi è da tempo il cruccio delle case produttrici di droni consumer, “Zerotech” è stata la prima a produrre un “pocket drone” con caratteristiche assolutamente di tutto rispetto (sulla carta), giocando d’anticipo ma d’azzardo su alcune sfide, forse mal riuscite.
“Dobby” nasce con l’intento di fornire al potenziale acquirente un prodotto tremendamente semplice da utilizzare e trasportabile, quasi “dimenticandosi d’averlo appresso”.
Per darvi un’idea di quanto possa essere una sorpresa ritrovarselo addosso senza rendersene conto: durante una giornata invernale al campo di volo, metto una mano nella tasca del giubbone cercando i fazzolettini da naso, tasto con stupore qualcosa di plasticoso… “ma cos’è? Ah, il Dobby”! M’ero completamente dimenticato d’averlo infilato in quella tasca il giorno prima!
“Bene, ne approfitto e faccio un voletto…”, lancio l’app sul mio smartphone, eseguo le calibrazioni e le verifiche del caso, dopo un paio di minuti ero già in volo a far foto e video.
Questo è “Dobby”, nulla di più, nulla di meno, potrei stringare al massimo il contenuto di questa recensione scrivendo che non è nient’altro che una sorta di “Parrot Bebop miniaturizzato”, perché realmente le differenze a livello costruzionale, componentistico e funzionale sono davvero poche, anche se qualche sostanziale differenza c’è, ed è legata proprio alla miniaturizzazione.
È un prodotto nato per stupire il neofita, ma forse per far dannare l’utilizzatore esperto, abituato a palesi raffronti dato il know-how acquisito da precedenti esperienze.
Ho letto altre recensioni, specialmente estere, ed ho notato che purtroppo chi scrive tende a “pompare in eccesso” le features di “Dobby” tralasciando le problematiche, forse per esser compiacenti al fornitore che quasi sempre gliel’ha inviato gratuitamente per recensirlo… “mi raccomando, se trovi qualcosa che non ti piace non sparare a zero o non ne venderemo tanti, oltre a non inviartene altri in caso da recensire in futuro!”.
È risaputo che il sottoscritto non perde l’obbiettività e non si fa “corrompere”, quando c’è da elogiare un prodotto ben riuscito sono il primo a farlo, ma se c’è qualcosa che non m’aggrada lo riporto senza se e senza ma.
L’amico Massimo Biancone, CEO di “Eadrone”, distributore ufficiale italiano di questo prodotto, mi ha fornito il “Dobby” dicendomi una cosa che mi ha lasciato basito: “non perdere d’obbiettività, se c’è qualcosa che non ti piace scrivilo pure, lo riporteremo direttamente a Zerotech”.
Il mio plauso a Massimo è dovuto per avermi lasciato carta bianca, non tutti lo fanno, denota grande professionalità e serietà.
Questa è la premessa della recensione che andrete a leggere, null’altro che un parere assolutamente onesto.
Cosa c’è nella scatola
L’imballo ricorda quello di un generoso smartphone, anche perché le dimensioni bene o male sono le stesse.
Assolutamente curato, in “Apple style”, con tutti gli accessori che servono per metterlo in volo.
Oltre a quel che si trova nella confezione sarà necessario fornirsi di smartphone o tablet con sistema operativo “Android o iOS”, che s’utilizzerà come controllo remoto Wi-Fi, accessorio della vita quitidiana che ormai tutti possiediamo.
All’interno dell’accattivante box troviamo:
- Drone completo senza batteria, già montato, con bracci ed eliche ripiegati
- Batteria “LiHV”, due celle, 970 mAh
- Cavo USB “Type-C”
- Adattatore “Type-C / MicroUSB”
- Alimentatore per caricabatterie in standard “Qualcomm Quick Charge V3.0”
- Manuale d’istruzioni (abbastanza obsoleto)
- Filtro “ND” da applicare alla camera per ridurre l’effetto “jello” (nella mia confezione non c’era, mah…)
“Zerotech Dobby” è un vero e proprio concentrato di tecnologia, pur mantenendo dimensioni contenute “Zerotech” è riuscita ad alloggiare in questo frame molto solido, dall’accattivante color madreperla, una potenza di calcolo incredibile, sensoristica di tutto rispetto e soluzioni alquanto avanzate:
- Microprocessore CPU “Snapdragon 801”
- Microprocessore GPU “Adreno 330”
- 16GB di storage
- Eliche e bracci ripieghevoli, a scomparsa dentro al frame
- Motori brushless “1104”
- GPS “U-Blox M8N” con sistema “Glonass Dual Mode”
- Camera inferiore “Optical flow” per posizionamento “ground” in mancanza di “3D Fix” dell’unità GPS
- Sensore ad ultrasuoni (sonar) per la gestione dell’altezza “fino a tot metri”
- Camera frontale “13Mpixel, Fov 75°” (comparto foto e video)
- HotSpot per il controllo remoto Wi-Fi “2.4 e 5.8 Ghz”
- Dimensioni in ordine di volo: 135×145×36.8 mm
E tutto questo in soli 199 grammi, “that’s incredible”!
Per questo motivo “Dobby” può esser impiegato per svago senza troppi patemi, e per operazioni specializzate di lavoro aereo con enormi sgravi poiché rimane sotto al limite dei 300 grammi imposto da “ENAC” (Ente Nazionale Aviazione Civile), ma anche sotto ai 250 imposti dall’analogo europeo “EASA”.
E negli States, i più “permissivi”, questa categoria di peso non richiede alcun tipo di registrazione per l’impiego lavorativo (Santa “FAA”, almeno in questo).
Pro e Contro del Zerotech Dobby
Cosa posso fare col “Dobby”? Quali, tra le sue innumerevoli funzionalità, sono quelle che dovrebbero spingermi ad acquistarlo?
- decolla ed atterra sul palmo della mano
- vola indoors e outdoors mantenendo quota e posizione geografica
- scatta foto ad una risoluzione “4208 x 3120”, 13 MegaPixels
- registra filmati “stabilizzati” in formato “Full HD 1080P”
- riconosce volti (face tracking)
- vola tenendo inquadrato un “target”, ad esempio una persona
- può eseguire funzioni con comandi vocali, ad esempio il decollo
- sullo storage interno produce un log con i dati di volo (una sorta di “scatola nera”)
- il link Wi-Fi permette il pilotaggio fino ad un range accettabile
- le foto scattate si possono sincronizzare in automatico sullo smartphone/tablet
- il tempo di ricarica della batteria è ottimo, raffrontato ad altri prodotti similari
- notevole supporto nelle community sui social
- al momento è il “selfie drone” per antonomasia, il primo nel suo genere
Quali sono invece i suoi talloni d’Achille?
- l’autonomia della batteria, dichiarata in eccesso, con la stabilizzazione dell’immagine attiva e nelle giornate molto fredde non supera i 6 minuti di volo
- il sensore ottico CMOS produce video con eccessivo effetto “jello”
- istruzioni ed app non in italiano
- la camera è orientabile solo manualmente
Quindi mediando pro e contro direi che ci si potrebbe accontentare, in ragion del fatto che al momento non ha degni rivali in questa categoria di peso.
Non mi soffermerò troppo sulle caratteristiche tecniche, poiché “Dobby” è già stato ben descritto in una miriade d’altre recensioni e non vorrei ribadire ovvietà, focalizzerò invece la mia attenzione su quel che più importa all’utilizzatore medio: la semplicità d’impiego e la qualità di foto e video.
Come è fatto
La qualità nella miniaturizzazione di questo prodotto è di tutto rispetto, ma a mio parere “Zerotech” ha curato anche troppo l’estetica e molto poco il risultato dei file multimediali che produce, del resto “Dobby è un compromesso”, una sfida… ok, ma vinta? A breve l’ardua sentenza del sottoscritto!
Nella parte superiore del frame, visibile nella prima foto di questa recensione, troviamo il pulsante d’accensione, da un lato il led di stato, che assumerà colorazioni differenti a seconda degli avvisi che “Dobby” vorrà segnalare al pilota, anche se in piena luce conta ben poco.
In concomitanza della spia luminosa è presente una griglia d’aerazione per la ventolina interna, l’elettronica è stata ben dissipata per ovvi motivi, l’enorme potenza di calcolo produce molto calore, e dev’esser convogliato all’esterno del frame per un adeguato ricambio d’aria più fresca.
Nella parte inferiore del frame sono presenti la camera per l’optical flow, la griglia del sonar, una porta “MicroUSB” per scaricare dal drone foto e filmati, e l’alloggio della batteria.
I bracci a scomparsa appaiono molto solidi, sarà ovviamente necessario estenderli fino alla posizione di blocco prima di decollare, le pale ripieghevoli invece s’estenderanno automaticamente non appena i motori inizieranno a ruotare, sempre che nel fissaggio siano lasciate leggermente lasche.
La camera che riprende si può angolare manualmente in tre posizioni, anche se per farlo si è quasi costretti ad appoggiare le dita sull’obiettivo.
Nell’immagine seguente è rivolta nella posizione più bassa, a circa 45° rispetto l’orizzonte naturale.
La batteria
Per caricare la batteria bastano una trentina di minuti poiché il charger in dotazione è compatibile con lo standard “Qualcomm Quick Charge 3.0”, sistema già adottato da tempo su alcuni smartphone e tablet.
Se connettiamo il caricabatterie ad una porta USB non conforme a questo standard il led di stato sarà rosso (carica lenta), su porte USB in standard “Qualcomm” giallo (carica veloce), ed a fine processo di carica diventerà verde.
È possibile controllare lo stato di carica della batteria premendo il piccolo pulsantino su di essa, quattro led indicheranno la capacità residua.
L’app per smartphone e tablet
L’applicazione “Do Fun” per comandare il drone è abbastanza intuitiva ed è spesso aggiornata da “Zerotech”, nota sicuramente positiva poiché conferma il continuo sviluppo del prodotto, o comunque una rincorsa continua d’eventuali fix a possibili problemi.
In concomitanza di questi aggiornamenti solitamente viene upgradato anche il firmware del “Dobby” in maniera completamente automatica, basterà cliccare sull’avviso che apparirà sullo schermo, alla fine del processo il drone si spegnerà automaticamente e sarà necessario riaccenderlo.
Tramite l’app si possono scegliere tre modalità di pilotaggio, con sticks virtuali “a scorrimento” come nell’immagine superiore, a “colpetti” (molto comoda indoors), oppure inclinando lo smartphone/tablet (consigliata dal sottoscritto).
“Dobby” può esser comandato con la prua virtuale variabile via software, verso la camera oppure verso il pilota, quest’ultima molto comoda per i “selfie“.
Prima di decollare è necessario calibrare la bussola digitale (il “compass”), l’applicazione guida facilmente l’utilizzatore in questo semplice processo.
Siamo pronti al takeoff, possiamo scegliere se decollare dal palmo della mano oppure lasciando il “Dobby” appoggiato su una superficie piana.
La cosa stupefacente è che “Dobby” può anche decollare con un comando vocale, sicuramente in futuro saranno integrate nell’applicazione anche altre funzioni legate al controllo con la voce.
Il decollo dalla mano è una delle feature più carine, basterà cliccare sull’opzione “Palm Takeoff” e non appena le eliche avranno raggiunto il regime di giri adeguato per mantenerlo in hovering basterà abbassare la mano, “Dobby” si pianterà magicamente in quella posizione… e qui ci scatta il “WOW”!
Viceversa, nel “Palm Landing”, per atterrare basterà seguire con la mano il “Dobby” durante l’approccio.
ATTENZIONE: durante queste procedure tenete ben steso il palmo della mano con le dita ben serrate, come a formare un piano perfetto, “Dobby” non è in grado di comprendere se le vostre dita non sono nel raggio delle pale, e se pur piccole vi assicuro che possono far male, non da “frantumar falangi” ma sicuramente vi possono ferire!
Per questo motivo sconsiglio le opzioni “Palm” ai neofiti, è risaputo che le eliche dei multirotori sono la prima causa di ferimenti, quindi personalmente se posso scegliere preferisco non mettere la mano troppo vicina a “quattro piccoli tagliaerba”.
In volo
Primo volo: assolutamente all’aperto, pilotando in “VLOS” (guardando sempre “Dobby”), in spazi preposti all’utilizzo di questi mezzi, senza ostacoli nel raggio di 100 metri, senza altre persone se non il pilota, nelle ore diurne ed in assenza assoluta di vento e pioggia (non è impermeabile).
“Dobby” appare docilissimo nei movimenti e perfettamente “piantato in aria”, il GPS aggancia in media 16 satelliti ed il barometro, unito al sistema di controllo inerziale per la gestione dell’altezza, lavora in maniera impeccabile.
La funzionalità automatica di “ritorno al punto di decollo” aiuta tantissimo il newbie, sia in caso d’allontanamento eccessivo dall’apparato che lo comanda che durante la scarica massima consentita della batteria.
Il pilota può sempre e comunque decidere di forzare il “return to home” in qualsiasi momento, cliccando sull’opzione relativa.
Vi invito a provare a fondo le altre utilità come il “Target/Face Tracking”, onestamente non mi ci sono soffermato troppo, ho curato più a fondo la mia analisi sulla qualità delle foto e dei video… e qui purtroppo sparerò a zero!
Dall’applicazione possiamo scegliere alcuni parametri relativi all’esposizione, risoluzione etc., classici della parte “fotocamera” di qualsiasi cellulare d’ultima generazione.
Nulla da dire sul comparto fotografico, i limiti sono quelli d’una “camera 13 Megapixel da smartphone cinese di fascia media”, risultato quindi soddisfacente, considerando le minute dimensioni del sensore ottico.
Sul comparto video…….. un bagno di sangue!
La “stabilizzazione digitale”, attivabile a scelta, esegue un ritaglio (un “crop”) in tempo reale dell’immagine acquisita, andrà quindi configurata a seconda di come puntiamo la camera, cioè non posso “ritagliare in alto” se la camera è puntata in basso, questo è il concetto, possiamo comunque agire su questo settaggio durante il volo.
Tale processo in real time è stato ben curato, nulla da dire sull’elaborazione che il sistema esegue durante la ripresa dei video stabilizzati, ma a mio parere non basta, considerando quanto costa “Dobby” avrei voluto “quel qualcosa in più”.
Dettagliando tale nota dolente è tangibile nel girato, anche ad occhi profani, il disturbo che le vibrazioni causano alla qualità dei video acquisito, il famoso “effetto jello”, cioè una sorta d’ondulazione fastidiosa dell’immagine ripresa.
La foto che segue è un frame estrapolato da un video, si notano le linee verticali dei soggetti molto ondulate, classiche dell’effetto “jello”.
Non vorrei addentrarmi troppo in tecnicismi parlandovi di quanto i sensori ottici CMOS sono sensibili alle vibrazioni, il video che accoderò in seguito a questa recensione parlerà da solo.
Un errore che a mio modestissimo parere “Zerotech” ha fatto è quello di lasciare il serraggio delle pale (con “eliche” s’intende invece l’unione delle due per ogni motore) troppo lasco, questo implica maggiori vibrazioni, anche se sicuramente hanno pensato l’esatto contrario.
Tweaks
Vi consiglio da subito di serrarle meglio con un cacciavite a taglio utilizzando questo semplice metodo: avvitate a fondo la vite fino a sentire la pala che oppone resistenza nel serraggio, mettetela quindi in posizione parallela al suolo mantenendo il “Dobby” in verticale e svitate la vite molto lentamente fino a che la pala per la forza di gravità scivolerà verso il basso, ma attenzione a non svitare troppo… questo è il serraggio ottimale per ridurre al minimo l’effetto “jello”.
Eseguite con precisione maniacale tale operazione per tutte ed 8 le pale, ed in caso testate serraggi diversi valutando di volta in volta la qualità del video ripreso.
Potete applicare sulla camera un filtro ND facilmente reperibile sul web che ridurrà ulteriormente l’effetto “jello”, inoltre con l’ausilio di una stampante 3D potete produrre dei serraggi alternativi per le pale che alle volte offrono risultati inaspettati, ma bisognerà stamparli molto bene, perfetti sia in misura che in solidità.
Sul sito Thingiverse sono fruibili gratuitamente alcune migliorie per questo “pocket drone”, basta eseguire una ricerca con la parola “Dobby”.
Nell’immagine seguente vi mostro i supporti per le eliche che ho stampato in materiale “PLA trasparente”.
Hanno ridotto ulteriormente l’effetto “jello”, ma non più di tanto.
Un sensore ottico CMOS esposto a vibrazioni eccessive purtroppo lavora male, specialmente sui video.
Anche una “RED Weapon 8K” appoggiata su una lavatrice in funzione non può far miracoli!
Quel che mi spiace riportare è l’assoluta mancanza di un adeguato sistema d’ammortizzazione della camera, presente invece in altri piccoli droni “quadricottero” come il “Parrot Bebop”, dove la sezione “propulsori”, cioè quella che genera vibrazioni mentre è in funzione, è stata opportunamente isolata rispetto al comprato camera tramite dei dumper di gomma, proprio per ridurre al minimo l’effetto “jello” ed ottenere il massimo risultato qualitativo nella ripresa video.
Nel “Dobby” sarebbe forse bastato ammortizzare il sensore CMOS, purtroppo ben saldo al corpo centrale, quindi per forza di cose sollecitato dalle vibrazioni che i propulsori producono.
Concludo quindi questa mia recensione palesando una “voglia di Dobby 2”, dove spero che questa grossa mancanza venga sopperita da “Zerotech”, sempre che decidano di produrlo… con “DJI Spark” alle porte potrebbe esser un azzardo!
Se acquisto un piccolo drone per fare video non posso incappare in qualità scadenti, rapportate ovviamente al costo del prodotto.
Navigando su Youtube potrete verificare voi stessi che la qualità dei video postati dai tanti utilizzatori è alquanto variabile, a parità di luce e di vento ci sono “Dobby” che vanno meglio di altri, ed anche questo non ha da esistere.
A mio parere sarebbe veramente bastato quel poco in più per portare “Dobby” ai massimi livelli, considerando che al momento sbaraglia la concorrenza, non ha rivali nel suo genere se parliamo di dimensioni, ma sul prezzo si.
Perché comprare “Dobby”?
Posso tenerlo comodamente in tasca, nel cruscotto dell’automobile o nel bauletto dello scooter, ed in pochissimi secondi essere in volo per fare foto e filmati, accontentandomi del risultato.
È un prodotto capace di superare egregiamente le aspettative dell’utilizzatore profano, ma non dell’esperto esigente.
Non lo abbiamo preso pur se tentati appunto per i motivi menzionati, primo tra tutti, la qualità video. Per il resto, non aspettiamo altro che il 2.0