Dopo l’annunncio della discesa in campo da parte di GoPro, un’altra azienda interessata al mondo dei droni sembra essere Google.
Il motore di ricerca più utilizzato del web infatti sta riunendo alcune fra le più grandi aziende della Silicon Valley come Amazon.com Inc., Verizon Inc. e Harrison Corp per la creazione di una rete globale di droni, per evitare collisioni in volo e rispettare aree no-fly zone.
Dave Vos di Google prevede un mondo in cui ordinariamente migliaia di droni voleranno nei cieli sopra le città.
Ma non aspettatevi una grande rete federale nazione di torri radio, il governo ha semplicemente chiesto chi eseguirà il sistema di controllo di questa rete o come funzionerà.
Nello scenario che immaginiamo il cielo non sarà un luogo in cui qualsiasi entità o qualsiasi organizzazione può decidere di farne parte. Dave Vos, a capo del progetto Wing a Google spiega a Bloomberg come Google sia sceso in campo per costruire una soluzione che però non sia obbligatoria per tutti, e che l’idea è che ognuno dovrebbe essere in grado di costruire una sua soluzione.
Fin’ora ben 14 aziende tra cui Google,Amazon,Verizon e Harris sono entrate a fare parte del progetto della NASA per aiutare la costruzione della prima rete per il traffico di droni per coordinare piccoli droni che viaggiano a bassa quota, che la NASA chiama Unmanned Aerial System Traffic Management.
Più di altre 100 aziende sono entrate a far parte del progetto e molte Università hanno espresso interesse nel progetto, la cui realizzazione sarà necessaria, soprattutto prima che i droni commerciali possano percorrere grandi distanze ed essere usati per effettuare consegne di cibo, per ispezioni di reti elettriche o per indagini di colture nell’agricoltura di precisioni.
Si aspetta in tutto il mondo una conferenza della NASA la prossima settimana, e molto probabilmente l’obiettivo principale sarà quello di effettuare un “balletto” con i droni senza che questi si scontrino tra di loro.
Non è ancora stato deciso se si tratterà di un sistema che verrà eseguito privatamente o pubblicamente.
Ai vincitori, coloro che creeranno il sistema del traffico aereo si assicureranno guadagni in un’economia multimiliardaria fatta da macchine volanti non controllate dall’uomo. Questo fattore ha portato interesse in aziende disposte ad investire grandi capitali come Accel Partners, Intel Corp. e Millenium Technology.
“Loro vedono questo progetto come una grande opportunità economica e come qualcosa di cui vogliono farne parte, e questo è magico” ha detto Brian Wynne, presidente dell’Associazione Internazionale per UAV.
Vos spiega come nel futuro quando ci saranno migliaia di droni nei nostri cieli, l’inquinamento atmosferico diminuirà facilmente, in quanto ci saranno dai 10000 ai 12000 droni in uno stesso momento negli USA, e spiega come Google vede la sua personale soluzione: un sistema decentralizzato con diversi operatori, la maggior parte controllati dalla Amministrazione Federale per l’Aviazione.
Una delle voci più importanti dai partecipanti al progetto è Amazon, Gur Kimchi vice Presidente della divisione che si occupa delle consegne con UAV ha detto a denti stretti che loro vorrebbero parlare maggiormente dei dettagli del progetto, per cui terrà un key-note alla conferenza stampa della NASA il 28 luglio.
Dimostrazioni recenti
Non è la prima volta che si pensa alla gestione dell’uso collettivo di droni, come per esempio stormi di droni.
Un’altra dimostrazione è avvenuta a Raleigh nel nord Carolina, in cui PrecisionHawk, una azienda di droni con 100 dipendenti ha sviluppato autonomamente una sua rete di controllo del traffico di apr, utilizzata nell’agricoltura e nella produzione di petrolio, perchè i produttori necessitano di controlli aerei senza equipaggio, “i nostri clienti ne hanno bisogno” spiega Tyler Collins, direttore del programma.
Nella dimostrazione organizzata dalla sua azienda è stato creato uno scenario reale: un quadricottero è stato fatto volare nella stessa direzione di un altro drone impegnato a spargere pesticidi in un terreno agricolo adiacente, con un conseguente scontro. Con parecchi secondi di anticipo l’operatore del drone ha ricevuto sul proprio smartwatch un avviso: “WARNING,no fly zone” e il consiglio di cambiare immediatamente direzione.
Il pilota ha ignorato l’avviso, ma il drone ha intelligentemente cambiato percorso, evitando uno scontro aereo, e questo è proprio lo scopo della futura rete di monitoraggio del traffico aereo per i droni: si potranno tenere lontano i droni da zone protette come aereoporti, o impedire che altri droni diano fastidio ai droni del vicino. Un progetto molto complesso, ma che vede la partecipazione delle più grandi aziende tecnologiche a livello mondiale.