Boeing, la più grande costruttrice statunitense di aeromobili e la più grande azienda nel settore aerospaziale sembra essere interessata ai droni, prima con l’idea di un drone anfibio ed ora con una nuova rivelazione: un sistema d’armi anti-droni.
In passato abbiamo parlato di uno studio Coreano in cui i ricercatori sono riusciti ad abbattere un drone con il suono, Boeing invece punta sui laser.
Boeing ha pubblicato un video in cui viene mostrato il “Compact Laser Weapons System” e ha spiegato come si possa distruggere un drone sfruttando un laser puntato verso un punto preciso dell’UAV, che farà aumentare la temperatura del veivolo portando al suo abbattimento.
Il laser, come si vede nel video si concentra sulla coda del drone, e deve tenere il raggio sul target fino a quando qualche componente all’interno del drone brucerà in soli 15 secondi, anche se migliorando il targeting e la potenza del raggio si potrebbe ridurre i tempi. I risultati attuali sono già fantastici, perchè il laser è invisibile e non produce rumore, quindi l’operatore del drone ostile se ne accorgerà una volta abbttuto (durante il test Boeing ha voluto inserire un suono di Star Wars per far capire a pubblico quando il laser era attivo).
Boeing ha progettato questo sistema d’arma al fine di poterlo usare in più ambienti: sul retro di un camion, a bordo di una nave da guerra oppure su un aereo di linea per la protezione da attacchi da parte di droni.
- Laser montato su una nave
- Laser montato su un veicolo
- Laser montato su un camion
Boeing usa i laser, in Corea si testa il rumore ma entrambi i metodi verrebbero messi in difficoltà se messi contro uno stormo di droni (a meno di non usare più laser), degli appassionati di armi hanno quindi cercato la migliore arma per abbattere stormi droni di cui avevamo parlato in questo articolo. Si sono ritrovati in Arizona dove hanno provato ad abbattere dei droni con diversi tipi di armi, e quella che ha ottenuto il risultato migliore è stata la contraerea della Seconda Guerra Mondiale.
Sempre più spesso abbiamo notizie di incidenti i cui responsabili sono i droni, o meglio gli operatori di droni.
Alcuni droni sono stati fatti volare sopra un incedio, uno studente ha pensato di agganciare una pistola ad un drone, qualcuno ha fatto volare dei droni nel più grande aereoporto di New York e pochi giorni fa un drone è precipitato durante il match di tennis tra Flavia Pennetta e Monica Nuclescu al secondo turno degli Us Open. Un drone è precipitato all’interno del Louis Armstrong Stadium in tribuna, provocando fortunatamente solo paura e nessun ferito, in quanto nella parte di tribuna in cui è avvenuto lo schianto non c’erano spettatori.
L’incidente è avvenuto alle 20.27 di New York (le 2.27 di stanotte in Italia), il drone è sopraggiunto ad alta velocità dal lato est di Flushing Meadows, ha sorvolato il campo e si è schiantato tra i sedili. “L’incontro è stato sospeso per qualche minuto, l’arbitro ha deciso di attendere l’ok della polizia che si era precipitata a controllare che non ci fosse alcun pericolo”, ha raccontato l’azzurra a fine match. “Certo, abbiamo avuto un po’ di paura, con quel che si sente e accade in giro è normale pensare a un attentato…”, ha aggiunto. Un’indagine della polizia di New York ha portato all’arresto di un professore 26enne di Brooklyn, Daniel Verley, accusato di essere il pilota del drone, un 3DR Solo.
Senza ombra di dubbio i droni sono pericolosi se non usati con la dovuta attenzione, buonsenso e rispetto dei regolamenti vigenti nell’area in cui si vola.