Il fenomeno del diboscamento porta all’abbattimento annuale di 10 miliardi di alberi circa in giro per il globo.
Ripiantare gli alberi a mano è lento, costoso, ed attualmente appena mette una “pezza” nel tentativo di invertire il danno.
Pare che incredibilmente persino per questa tematica i droni possano costituire una nuova via per tentare di limitare i danni e rendere più facile il risanamento di aeree boschive danneggiate.
La piccola start up Bio Carbon Engineering si propone di utilizzare quadricotteri specifici per piantare giovani “alberelli” facendone cadere i semi a seconda di condizioni e possibilità, sorvolando i terreni devastati.
In tutto il mondo, foreste e giungle sono fortemente minacciate dalla sovrapproduzione di legname, dal disboscamento dato da miniere e scavi volti ad estrarre risorse dal sottosuolo, dall’espansione urbana, ed dalle operazioni di rassodamento per l’agricoltura.
Ma BioCarbon, nata nel Regno Unito e fondata da un ex-ingegnere NASA Lauren Fletcher, ha un piano ben definito: L’uso di droni ad ala fissa per mappare i terreni studiandone la biodiversità , i danni quadrante per quadrante e la morfologia del terreno, per poi procedere con specifici algoritmi a generare un piano preciso di “ripopolamento”, come affermato da Susan Graham , responsabile dello staff tecnologico dell’azienda.
Caricato il “piano” sui specifici droni a rotore , essi dovrebbero procedere a ripiantare e seminare nell’area in maniera controllata ed efficente.
Graham la chiama selvicoltura di precisione , strumento che si vorrebbe anche nelle mani di agricoltori e professionisti simili .
Se prima avevamo una vanga, adesso abbiamo i droni.
Il CEO Mr. Fletcher si è affrettato a ribadire però che non si tratta di sostituire gli esseri umani e di soppiantarli nel loro lavoro , ma semplicemente di potersi dedicare ad attività più produttive, oppure di poter operare in zone più impervie dove l’uso di mezzi tradizionali sarebbe particolarmente costoso e faticoso.
La settimana scorsa la squadra è stata presentata a New York, nella sede centrale delle Nazioni Unite, come una delle 14 start-up vincitrici in merito alla creazione di soluzioni innovative per i problemi ambientali del pianeta, che sono state invitate alla conferenza sul tema , una delle più importanti.
In quest’occasione è stato annunciato già il primo incarico ottenuto dalla Bio Carbon, che sarà impegnata nel suo primo progetto in una piantagione nell’Africa Meridionale da lungo tempo devastata.
Graham sostiene in ogni caso l’importanza insita nell’operare in più zone possibili e differenti tra loro per caratteristiche climatiche e geologiche, in maniera tale da poter rendere sempre migliore e più efficace il sistema.
Infine il CEO , Mr. Fletcher non si è fatto scrupoli a dichiarare davanti alla platea il suo obbiettivo ultimo per il futuro, arrivare a seminare un miliardo di alberi all’anno!!